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Pubblicità in calo a giugno: segnali di rallentamento per il mercato italiano

Il mercato pubblicitario italiano ha registrato a giugno 2025 un calo del 4,8%, influenzato dall’assenza di eventi sportivi di rilievo come gli Europei. Nonostante ciò, il primo semestre si chiude con una crescita dell’1%, trainata dai mesi iniziali dell’anno. In difficoltà TV, stampa e automotive, mentre crescono alimentari, abitazione e web advertising.

Secondo le più recenti elaborazioni di Nielsen Ad Intel, il panorama pubblicitario italiano ha registrato una flessione a giugno 2025, con una contrazione del 4,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il volume complessivo degli investimenti pubblicitari si è attestato intorno agli 841 milioni di euro, influenzato soprattutto dalla mancanza di eventi eccezionali come i Campionati Europei di calcio, che nel 2024 avevano dato un impulso significativo alla spesa, in particolare sul mezzo televisivo.

Nonostante la battuta d’arresto mensile, il bilancio del primo semestre dell’anno rimane positivo (+1%), grazie a un avvio d’anno più dinamico. Tuttavia, se si escludono le stime relative a search, social media, annunci sponsorizzati e grandi piattaforme digitali (OTT), la crescita diventa negativa e si attesta a -0,4%.

Dinamiche macroeconomiche: segnali misti

A livello di fiducia, i consumatori mostrano un moderato ottimismo, con l’indice in crescita a 97,2 punti a luglio, il livello più alto da febbraio. Al contrario, le imprese sembrano mantenere un atteggiamento più cauto: il loro indice di fiducia (IESI) ha registrato una leggera flessione, passando da 93,9 a 93,6 punti.

Luca Bordin, alla guida di Nielsen Italia, ha spiegato che l’effetto dei dazi recentemente introdotti potrebbe avere implicazioni future sugli investimenti pubblicitari delle aziende, mentre il contesto economico favorevole ha permesso finora di mantenere una performance complessivamente stabile.

Analisi per mezzi e settori

  • Televisione: a giugno perde il 12,5%, mentre da inizio anno rimane quasi invariata (+0,2%).

  • Stampa: i quotidiani segnano -11,5% a giugno (-5,2% nel semestre), i periodici -12,9% (-8,2% nel semestre).

  • Radio: -3,5% nel mese, ma con un buon +4,4% sui sei mesi.

  • Web: in crescita del 2,6% nel primo semestre, ma scende a -2,4% considerando solo il perimetro FCP AssoInternet.

  • Out of Home (affissioni e trasporti): segna un +3,4%.

  • Cinema: in aumento del 5% nel semestre.

  • Direct Mail: cala del 6,1%.

Settori merceologici: alimentari in testa, automotive in difficoltà

Solo sei comparti mostrano una crescita nel mese di giugno, tra cui spiccano gli Alimentari (+19,5%) e il settore Finanza/Assicurazioni (+7,5%). In forte calo invece le voci relative a Distribuzione (-23,2%), Turismo e Viaggi (-27,4%) e Automobili (-32,5%).

Su base semestrale, crescono:

  • Alimentari: +10,2%

  • Abitazione: +9,5%

  • Bevande e Alcolici: +9,1%

Mentre risultano in calo:

  • Distribuzione: -14,4%

  • Gestione casa: -7,5%

  • Automobili: -5,1%

Una lettura contestuale: confronto con un 2024 fuori scala

Bordin ha precisato che i cali di giugno in molti settori sono legati a un effetto confronto sfavorevole, dovuto all’eccezionale concentrazione di investimenti nel giugno 2024, in corrispondenza degli Europei. Settori come Automobili, Distribuzione e Farmaceutici avevano registrato l’anno scorso crescite anomale superiori al 40% e anche al 60% in alcuni casi. Pertanto, l’attuale calo va interpretato non come un segnale di crisi, ma come un ritorno a livelli più sostenibili dopo un picco straordinario.

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